Luce leggera

Il più delle volte stava bene in quel posto,
quanto di più comodo ed economico potesse desiderare.
Incredibilmente leggera, un soffio di vento avrebbe potuto ingoiarla, si poteva arrivare a galleggiare sul serio li.
Non come quelli finti, dove le radici sono grosse così e ti logorano fino alle ossa.

Invece no: era un luogo sempre accogliente, permetteva di camminare anche scalzi e con i talloni tondi, come quelli dei bambini piccoli, lungo le cicatrici, senza sentire il benché minimo dolore.
Così, a pensarci senza troppo armeggiare poteva considerala la sua casa.

Quella dei suoi sogni. Quella del silenzio.

chiudi quella porta
che porta?
quella! chiudila, presto, o sbatterà forte, fortissimo e lo sentiranno tutti!
di cosa stai parlando, non c’è una porta qui!
CHIUDILA! …fai piano, chiudila prima che sia troppo tardi.
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vento

La passeggiata

La campagna

Un guerriero della luce ha bisogno di amore. L’affetto e la tenerezza fanno parte della sua natura, quanto il mangiare, il bere e il piacere del Buon Combattimento.

Quando il guerriero non si sente felice davanti al tramonto, c’è qualcosa di sbagliato. In quel momento interrompe il combattimento e va in cerca di compagnia, per assistere insieme all’imbrunire.

Se ha difficoltà nel trovarla, si domanda: “Ho avuto paura di accostarmi a qualcuno? Ho ricevuto affetto e non l’ho capito?”

Un guerriero della luce usa la solitudine, ma non ne viene usato.

P.Coelho

IS UMBRAS


 

CagliariCastello6

Prima chi arribi’ s’ora

de callentai sa cena,

in sa domu chieta

funti torrendi is umbras,

lebias e sempri mudas.

 

Connoscinti su logu:

intrendi un po una

s’allonghianta striscendi.

 

Ti fainti cumpangia

candu ses sola in domu

cun cuss’affinu ‘e coru

prenu ‘ malinconia.

(Franca Cornalias)

Fleurs du Mal

SPLEEN

 

  • Spleen

Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa, abbracciando l’intero giro dell’orizzonte, un giorno nero più triste della notte;

quando la terra è trasformata in umida prigione dove la Speranza, come un pipistrello, va sbattendo contro i muri la sua timida ala e picchiando la testa sui soffitti marci;

quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce, imita le sbarre d’un grande carcere, e un popolo muto d’infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli, improvvisamente delle campane sbattono con furia e lanciano verso il cielo un urlo orrendo, simili a spiriti vaganti e senza patria, che si mettono a gemere ostinatamente.

E lunghi trasporti funebri, senza tamburi né bande, sfilano lentamente nella mia anima; vinta, la Speranza piange; e l’atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo.

Charles Baudelaire

Irrequietudini, sempre in ritardo

d isorientato.

Marilena Riello copyright
Vago, scordo, tardo.

Al sicuro qui,

ultimo luogo raro e desiderato.

Caldo accogliente colmo di fantasia,

ove il tempo s’allunga e pare infinito

nulla m’attende tutto è silenzio.

Tracce di coscienza s’affacciano col sole

l’illusione è sorpresa da smanioso presente

irritando solstizi d’animo sopito, s’alza.